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venerdì 14 giugno 2013

Aerei di Carta Nera

Non so se sia vero o meno.
Forse si tratta di una di quelle leggende metropolitane, quelle credenze virali spesso diffuse tramite internet, un po' surreali, abbastanza astruse da avere quella loro credibilità di fondo che ti induce a rimuginarci su mentre sei seduto sulla tazza per liberarti della cena cinese della sera prima: si dice che in media un uomo può fare anche quattro sogni erotici ogni notte.




Sinceramente non so quanto di vero ci sia in questo, non so nemmeno perché mi sia venuto in mente. Sarà per l'astrusa credibilità che potrebbe avere, che mi porta a pensare a queste inutili menate quando invece dovrei preparare qualche esame per levarmi la laurea dalle gonadi.
In fin dei conti cosa ne so? La mattina appena mi sveglio è già tanto se me lo ricordo un sogno, che sia erotico o meno.

Poco importa. Tutti sogniamo, non è così? Si tratti di immagini di amplessi quelle che si formano durante il riposo, o di terremoti, uragani, caccia al cinghiale o Charles Bronson. Forse i sogni erotici sono anche i meno interessati, dopotutto sai già come va a finire.
Certo, è possibile che quei quattro sogni silenziosi citati prima non debbano essere necessariamente erotici. Sogni "qualunque". Fotografie scivolate sotto il tavolo mentre sfogliamo l'album.

Fotografie? È questo che i sogni sono? O sono altro?
Chiunque si è posto questa domanda, e in tantissimi hanno provato a darvi una risposta: dalla premonizione alla proiezione dell'inconscio.

Gli uomini del Paleolitico abbozzavano col carboncino i loro meravigliosi sogni di caccia e inseguimento sulle pareti delle caverne, immagini che sono state vivide, proiettate sul telo dei loro occhi chiusi in un agitato dormiveglia la notte prima della spedizione. Come nelle Grotte di Lascaux.
E la più antica opera epica della storia dell'umanità, la famosa saga di Gilgamesh, racconta del sogno premonitore del protagonista, in cui si scontra contro un formidabile nemico, Enkidu, per poi riconoscerne la forza e adottarlo come gemello.
Si va dall'auspicio alla divinazione, passando per l'interpretazione dei più reconditi desideri con scarpette di cristallo e topi che trainano carrozze.

Io personalmente ritengo si tratti di deframmentazione.
Una necessaria riorganizzazione dei dati accumulati nell'arco nella giornata, una rapida analisi di dettagli che potremmo o meno aver colto che, quando ci ricordiamo cosa abbiamo sognato, ci appare sotto forma di immagini più o meno sensate.
Più o meno come se, quando facciamo partire la deframmentazione dell'hard disk del nostro PC, ci fermassimo a guardare che aspetto hanno tutti quei segmenti colorati e disordinati prima della riorganizzazione e per puro caso saltasse fuori un'immagine armoniosa.

Come interpretazione potrebbe non essere affascinante quanto i sogni premonitori del dio Baldr della mitologia norrena, ma in fondo ha un suo perché.

Potrei smettere adesso di farmi seghe mentali, ma non lo farò.
Forse perché non ho di meglio da fare.
Sarebbe falso.
Forse perché vi odio.
In parte è vero.

Nel mio delirio causato probabilmente dall'aver mangiato un paio di ostriche dalla dubbia freschezza alla cresima di mio cugino, mi domando cosa ne è degli altri.
Di quelli che non ci ricordiamo.

Dopo la deframmentazione qualche volta ci resta in mente quella vaga immagine armoniosa colta con la coda dell'occhio. Ma se il postulato di partenza è esatto, dietro quell'immagine c'era altro.
Altre forme, magari astratte, magari informi, magari pittoresche come un dipinto di Dalì, magari brutte come uno spot elettorale del candidato di centrodestra per le comunali di Barletta.
Magari qualcuno ci ripensa, magari si chiede se non sarebbe bello ricordarsi ogni cosa che sognamo.

Ma allora la deframmentazione a che servirebbe? Ci resterebbe tutto in mente, tutto quel turbinare di dati che ci vortica nel cervello e si accumula fino a farci sbroccare.
Può darsi che sia meglio non ricordarci tutto quello che sogniamo. Sarebbe faticoso e inutile, forse vanificherebbe il riposo notturno. Forse non farebbe che portare ancora più caos nelle nostre menti già affaticate.

Forse è bene che questi aerei di carta nera finiscano per cadere silenziosi e dimenticati.
Decidete voi.
Sogni d'oro.

[A Malambr]

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